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Motivo

Motivo . parte minima, una microstoria che si pu. ripetere con varie funzioni e in vari contesti all.interno di varie storie (fabule/intrecci), unit. elementare costittiva della storia, p.es. un oggetto, una situazione, una vicissitudine, un evento. che sono episodici oppure gli eventi possono comporsi in unit. pi. grandi come personaggi, temi o filoni (wątki), unit. superiore rispetto al motivo.  P.es.un medico che ha operato male la gamba del ragazzo, l.ha danneggiato...

Fabula (plot) - insieme dei fatti che compongono la storia (układ zdarzeń dotyczących postaci w dziele, gdzie każde zdarzenie pozostaje w związku z innymi zdarzeniami i z całością, np. w związku następstwa, celowościowych, przyczynowo-skutkowym).
La fabula pu. consistere di uno o di pi. filoni (wątek). I romanzi sono sempre fatti di pi. filoni.

Intreccio . la disposizione, complicazione dei fatti che formano la fabula, per modo e ordine.
        
La storia (intreccio) . versus la trama (fabula).
Gi. la scuola del formalismo ha introdotto la distinzione in: .fabula. e intreccio. La fabula . il materiale grezzo che pu. ripresentarsi tale e quale in molti libri in cui pu. avere funzioni diverse. L.intreccio . la costruzione e l.organizzazione del materiale dato dalla fabula. I formalisti si chiedono quale funzione hanno diversi intrecci (e non quale . la genesi: l.origine del testo, le condizioni in cui il testo viene generato, hanno per loro poca importanza).
I narratologi parlano della distinzione in storia e trama (dove i formalisti parlavano di intreccio-fabula).
        Propp  (Morfologia della fiaba . distingue 31 funzioni nella fiaba magica) ha ispirato la narratologia; Algirdas Greimas ha introdotto il concetto di attanti . ovvero ruoli (invece di personaggi). Gli attanti sono dei ruoli narrativi, posizioni che rimangono stabili indipendentemente dalle figure concrete che le occupano. Con una metafora calcistica possiamo dire che gli attanti sono come i ruoli in campo: c.. il portiere, il difensore, il centrocampista, l.attaccante. Ogni singolo ruolo . definito attraverso: il rapporto con gli altri e la funzione che svolge nell.insieme. Non importa chi li interpreta. Greimas ha individiduato i seguenti attanti (ruoli narrativi): Il Soggetto, l.Oggetto, il Destinante, il Destinatario, l.Aiutante, l.Opponente, l.anti-Soggetto. Il Soggetto lotta per conseguire l.Oggetto (i due si definiscono a vicenda attraverso il desiderio). Il Destinante rende l.Oggetto desiderabile dal Soggetto o glielo mostra, glielo fa conoscere (il serpente biblico, il mediatore di Girard, ma il Destinante pu. rimanere implicito: p.es. possono esserlo il sistema di valori di una comunit. che preclude, vieta o rende auspicabili certi oggetti). Il Soggetto pu. coincidere con il Destinatario se riesce a ottenere l.Oggetto. L.Opponente e l.anti-Soggetto mirano rispettivamente a impedire il Soggetto nel suo disegno di impossessarsi dell.Oggetto, e a conquistare lo stesso Oggetto. L.Aiutante . colui che per vari motivi e in vari modi facilita il congiungersi del Soggetto con l.Oggetto.        Greimas, oltre a un simile schema (Programma Narrativo Base) individua Programmi Narrativi d.Uso che introducono delle complicazioni rispetto allo schema base, per esempio introducono altri oggetti con cui il soggetto si pu. congiungere.

Diegesi e mimesi . l.origine della distinzione la dobbiamo ad Aristotele (intesi come due modi diversi di procedere testuale) che all.epica (epopea) attribuiva la diegesi, alla tragedia .  mimesi. Diegesi . il discoro indiretto (Disse che sarebbe partito); mimesi . discorso diretto (Parto, disse). Secondo Bachtin tale commistione tra diegesi e mimesi contraddistingue il romanzo. Attraverso la diegesi . possibile inserire una voce che si distingue per stile e per capacit. espressive, e per il sapere, le conoscenze, da quelle dei personaggi. . la voce del narratore.
Il narratore (chi parla?)-  pu. essere minimo (una voce che annuncia), ma pu. assumere anche una fisionomia pi. definita, diventando personaggio della storia.

L.atto narrativo pu. essere:
a) extradiegetico . esterno agli eventi della diegesi (diegesi . la main story, ovvero il mondo finzionale, il mondo creato nel quale si svolgono gli eventi della storia e in cui avviene la narrazione; anche se secondo i teorici della narartologia - come Gerald Prince precisa nel suo Dictionary of Narratology - la diegesi pu. essere l.atto del dire, raccontare, narrarare, opposto a dimostrare, enacting. Nella diegesi il narratore narra, racconta la storia), non presente in essa sotto forma di evento;
b) intradiegetico . se . interno agli eventi della storia narrata e presente in essa sotto forma di evento.

Il narratore . pertanto, per quanto riguarda la sua posizione nei confronti della diegesi:
1. eterodiegetico o extradiegetico . una voce esterna alla storia, assente dalla storia che racconta, osserva la vicenda dall.esterno (contemporaneo o posteriore alla storia);
2. omodiegetico . se . presente come personaggio secondario (Watson che racconta le vicende di Holmes . pu. essere testimone o cronachista, o autore di memorie, diari);
3. autodiegeticio . se . presente come protagonista principale. racconta la storia di cui . protagonista.

Egli inoltre pu. essere modalizzato:

Il narratore pu. essere pi. o meno personalizzato, pi. o meno trasparente, pu. in minore o maggiore misura tradire le proprie opinioni, pareri, sentimenti.

1. onnisciente, competente in modo neutro; rivelando o no la fonte delle sue conoscenze (legittimando le sue conoscenze tramite il richiamo alle fonti, ricerca, ecc.);
2. competente - sapienziale (con diversi gradi di ostentazione delle sue conoscenze) pu. sapere tutto, troppo rispetto ai personaggi;
3. incompetente, sbaglia, dice di non avere la perfetta conoscenza dei fatti, suppone, congettura ecc. Spesso in questo caso . notevole la presenza del metatesto (metanarrazione): il narratore tiene a informarci della sua imperfetta conoscenza o padronanza dell.oggetto (come anche egli pu. spiegare altre sue scelte: il modo, l.ordine del narrare gli eventi ecc.)

Si pu. guardare con gli occhi degli altri -> Il punto di vista (con gli occhi di chi si guarda?)
. l.espediente adottato per rivelare alcune cose, nascondere/ tacere altre.
Il narratore pu. raccontare i fatti, gli eventi:
1. come se fossero .visti dall.alto., senza filtrarli attraverso le conoscenze e/o le sinsiblit. du alcun personaggio, e si dice che lo scrittore usa la focalizzazione zero (. un narratore non focalizzato) . un tipo di narrazione tradizionale: onnisciente, che sa molto di pi. rispetto ai personaggi, che ne conosce atti, pensieri, e propositi, e non si conforma a nessuno in particolare, non guarda con gli occhi di nessuno di loro;
2. adeguare/conformare il proprio filtro percettivo a quello di un personaggio -> (comporta per il narratore, una restrizione ARTIFICIALE di campo, perché chi narra di solito sa pi. del personaggio) focalizzazione interna (fissa, o variabile: se ora vede con gli occhi di uno, poi invece di un altro personaggio . come in MmeBovary; o multipla . come nei romanzi epistolari, dove lo stesso avvenimento pu. essere evocato due o pi. volte da diversi punti di vista di diversi personaggi corrispondenti); il narratore sa quanto sa il personaggio, lo segue nel corso del racconto, non pu. anticipare quanto sta per accadere né quanto sta per fare quel personaggio; vede e sa e fa quanto il personaggio (anche se il narratore . eterodiegetico . esempio: chi narra . un narratore onnisciente e eterodiegetico, ma chi vede vede come Renzo dei Promessi sposi); l.io narrante pu. sapere molto di pi. del personaggio eppure la focalizzazione . conformata al personaggio;
3. focalizzazione esterna: adotta un punto di vista limitato, incapace di vedere all.interno dei personaggi, ma soltanto negli spazi che li separano. Il personaggio agisce ma noi non siamo mai ammessi a conoscere i suoi pensieri, sentimenti (romanzi di avventura o gialli . il cui valore o interesse dipende dal fatto che vi sia un mistero, un segreto).

Il tipo di focalizzazione non deve restare costante per tutta la durata di un racconto, pu. poi non coinvolgere l.intero racconto ma interessare solo alcuni suoi segmenti. La focalizzazione pu. essere costante in tutto il libro (narratore=personaggio Moby Dick di Melville) oppure variabile . il punto di vista cambia, vi sono diversi punti di vista nel testo. Oppure al contempo possono essere portati avanti diversi punti di vista, in antagonismo tra di loro: focalizzazione multipla (romanzi storici di impianto corale, romanzi epistolari).

. evidente che un narratore intradiegetico (omo- o auto-diegetico)pu. avere soltanto un pnto di vista interno. . meno scontato il p.dl.v. del narratore extradiegetico. Il narratore extradiegetico pu. usare il punto di vista (i saperi, le conoscenze, lo sguardo, la sensibilit.) di uno o pi. personaggi. Egli pu. riportare o assumere il punto di vista altrui. Esempio:
Riporta: .Le case, viste attraverso il finestrino dell.aereo, apparivano a Marie come microscopici puntini colorati messi l. a macchiare il verde uniforme della campagna.. [Si usano espressioni tipo: gli apparivano, gli sembrano, aveva l.impressione]
Assume: .Le case l. sotto erano microscopici puntini colorati messi l. a macchiare il verde uniforme della campagna.. [appare spesso nelle forme di discorso indiretto libero . mowa pozornie zalezna . e qui il quadro si offusca di pi. perché si confonde con il non focalizzato onnisciente esterno].

Tempo del racconto (ordine e durata della storia)
1. Quale relazione esite tra la successione degli eventi nella storia e la disposizione di questi eventi nel racconto. Quale ordine viene dato agli eventi della storia nel racconto? Possiamo registrare i seguenti fenomeni:
a) prolessi . (prolepsis, antycypacja) si ha quando si racconta in anticipo un evento ulteriore sullo sfondo o in relazione con i rapporti anteriori; per conseguire determinati vantaggi, dare significato, spiegare, far risaltare, meglio un fatto anteriore, ecc..
b) analessi (nel lessico cinemat. = flashback) si ha quando si racconta, a fatti compiuti, un evento anteriore.
2. Quando poi andiamo ad analizzare il rapporto tra l.estensione temporale degli eventi nella storia e lo spazio che . loro dedicato nel racconto (durata), si valuta difatti la velocit. o la lentezza narrativa. Eventi che richiedono molto tempo possono essere raccontati in poche pagine o poche frasi. Il racconto pu. essere lento e esteso, o veloce e sommario, oppure il racconto (rispetto agli della storia) pu. essere proporzionato, equilibrato.

Tempo della narrazione
1. ulteriore, si scrive a fatti compiuti
2. anteriore, predittivo, se anticipa gli eventi della storia (nelle varie forme da profetica, apocalittica, oracolare, chiromantica, cartomantica ecc),
3. simultaneo, contemporaneo (come in un reportage, la narrazione e piu o meno immediata, cosi anche nel diario e nelle forme epistolari),
4. intercalato, fra i momenti dell azione, in caso della narrazione condotta dalle varie istanze, storia e narrazione possono aggrovigliarsi in modo tale che la seconda agisca sulla prima (nel romanzo epistolare con numerosi corrispondenti, dove la lettera . al contempo il mezzo e l.elemento dell intreccio).

Il personaggio
. un.entit. testuale derivata dall integrazione delle funzioni del fare e dell essere. Egli agise ed esiste su tre assi . del volere, del sapere e del potere.
Principali, ausiliari, episodici

La narrazione pu. cominciare in medias res (al momento centrale, cruciale, come Odissea di Omero), ab ovo (dall inizio); o dalla fine. Momenti importanti del testo sono il primo verso (incipit) e l.ultimo (explicit).

 

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